La certezza e adeguatezza della pena

Notizie ancora fresche di telegiornali ci raccontano della stampa di biglietti di trasporto falsi a Roma. Non ho ancora sentito nessuno dire che quelli non sono biglietti falsi ma solo "non registrati".  Biglietti falsi erano quelli stampati da Totò o quelli che quotidianamente stampano i moderni falsari o quelli che trasformano la banconota da un dollaro in una da cento approfittando delle stesse dimensioni.

Il  fatto di essere solo "non registrati" implica certamente una "non difficoltà" nell'operazione.

Dunque si tratterebbe degli stessi addetti alla tipografia ufficiale che durante il normale orario di lavoro stampano i biglietti, ripeto, senza alcuna difficoltà e senza il pericolo che i biglietti vengano identificati come falsi per poi passarli alla vendita intascando i relativi proventi senza doverne rendere conto se non ai propri complici.

Perchè questa differenziazione fra falsari e, chiamiamoli,  stampatori regolari? Semplicemente perchè la pena, una volta scoperto il furto, non può essere uguale o magari inferiore a quella che la Magistratura affibbierebbe ad un normale falsario,  come pure un uomo politico che ruba soldi pubblici, proprio per il fatto di essere agevolato data la sua carica dovrebbe venire perseguito adeguatamente affinchè quella condanna riesca a servire anche da esempio a tutti.

Con l'inchiesta di Mani Pulite pensavamo di aver risolto almeno una parte dei problemi che affliggono questo nostro disastrato Paese, ci accorgiamo invece che le ruberie dei politici vanno sempre più aumentando.

Se il politico che viene colto con le mani nel sacco, senza gli addolcitori degli arresti domiciliari e dei tre gradi di giudizio, venisse messo in galera per venti anni certi, questo sì che sarebbe un vero deterrente.