Ammazziamo il gattopardo.Grande Friedman!

L'Italia su ogni argomento si spacca in due e forse è anche giusto poichè l'esasperazione, solo da noi così accanita, fra destra e sinistra porta naturalmente a questo.

Ho sempre pensato, e non ero solo, che la nomina a senatore a vita di Monti e poi subito dopo l'incarico a presidente del consiglio deciso dal Presidente non fosse stata una cosa proprio normale. Da quando però di cose normali in questo Paese non se ne fanno più tante, ho pensato, come tutti, che anche questa fosse stata la cosa migliore in quel momento in cui tutti gli italiani che, poco poco, guardavano anche un solo telegiornale al giorno, si erano fermamente convinti di stare sul ciglio di un baratro e che gli stipendi degli statali erano a rischio e le pensioni altrettanto. Lo spread era diventato il nostro nemico numero uno. Anche il nipotino di Monti era entrato nell'agone politico: a scuola i suoi compagnetti lo chiamavano SPREAD.  La mia meraviglia fu ancora maggiore quando, appena sostituito Berlusconi con Monti alla presidenza del consiglio, assistemmo ad una sorta di disgelo, alla fioritura di una prematura primavera, insomma di questo spread presto si smise di parlare, non interessava più a nessuno, e nonostante quel governo Monti non stesse facendo e non avesse fatto nulla di buono, ricordiamoci degli esodati, tutto era tornato a posto. Oggi, dopo le anticipazioni sul libro "ammazziamo il gattopardo" fattaci dall'autore, l'ottimo giornalista americano Friedman, tutti quei dubbi sembrano risolti. Sembra essersi trattato di una operazione politica segreta ordita ai danni dell'allora presidente Berlusconi per far montare in sella il Monti che, meglio di quanto fatto fino ad allora, avrebbe accontentato Merkel e banchieri. Oggi è il giorno delle grandi e avverse prese di posizione. Le destre e vicini accusano, le sinistre giustificano. Oggi si dice: ma perchè Berlusconi sembrò accettare ed anzi ha plaudito anche alla rielezione di Napolitano? Chi si fa questa domanda non riflette sul fatto che ovviamente l'inganno era stato ordito all'insaputa di Berlusconi e che oggi che vengono resi noti i retroscena, è un altro giorno. Si dice che Napolitano aveva tutti i diritti, anzi il dovere di indagare nel tentativo di prepararsi a gestire eventuali crisi. Ma un conto è indagare ed altra cosa è chiedere a Monti, sei mesi prima delle dimissioni di Berlusconi, se fosse stato disponibile ad assumere quell'incarico. Quella domanda a Monti, il Presidente Napolitano, avrebbe dovuta fargliela sei mesi dopo in occasione delle consultazioni che la nostra Carta Costituzionale prevede ed affida al Presidente della Repubblica in presenza di crisi di governo. D'altra parte il nostro Presidente ha mostrato di avere tanti e più strumenti per indagare, consultare e poi decidere. Ricordiamoci della istituzione di quella commissione di SAGGI che però purtroppo fallì miseramente prima di cominciare per la conferma da parte di uno di loro che la stessa fosse stata fatta per "prendere tempo". Oggi si dicono e si diranno tante cose ma una è certa: una parte politica ha tramato contro l'altra "uccidendo" politicamente con l'inganno un uomo per sostituirlo con un altro. La nostra Costituzione è chiara, affida al Presidente della Repubblica il compito di evitare che essa venga stravolta ed usata in modo diverso dalle intenzioni dei padri costituenti. Con tutto il rispetto per il nostro Presidente che io continuo a stimare e ringraziare per quello che di buono fino ad oggi ha fatto per l'Italia, ritengo che questa volta, anche se animato dalle migliori intenzioni, abbia travalicato i compiti affidategli.

Partecipiamo comunque ancora al dibattito politico che è destinato a continuare a lungo sulla vicenda ed auguriamoci che vengano alla luce ulteriori elementi chiarificatori.

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